Scrivere di sé non è così facile, sebbene sia l’argomento su cui si dovrebbe essere più preparati (almeno credo). Mi sembrava però giusto parlarvi un po’ di me, per farvi conoscere anche la Concettina Elio che ero prima di diventare un medico e quella che sono oltre la mia professione.
Chi è Concettina Elio?
Domanda complicatissima perché non sono mai stata una grande sognatrice. Tendo a essere molto calata nel mio presente e cerco di gestire le situazioni man mano che si presentano. Ero così anche da adolescente. Non sono mai stata la ragazzina con i sogni nel cassetto. Non so perché. Posso però dire che a 40 anni (recentemente compiuti ahimè!!) sono esattamente come vorrei essere. Direi che sono molto fortunata!
3 aggettivi che mi rappresentano per farmi conoscere meglio
Tenace. Ma qualcuno direbbe molto testarda o addirittura ostinata e ne avrebbe tutte le ragioni, perché a volte forse esagero un po’!
Scrupolosa. Ma chi mi conosce bene aggiungerebbe che sono un po’ troppo pignola e “precisina”, fino a diventare a volte, anzi spesso, insostenibile. Ahimè, tutto vero!
Ottimista. Raramente mi capita di avere una visione molto negativa delle situazioni, tendo a pensare sempre che in qualche modo una soluzione si troverà
Perché ho scelto di fare il medico?
Subito dopo la maturità classica, spinta dal voler diventare indipendente il prima possibile, avevo deciso che non avrei proseguito i miei studi e che avrei cercato immediatamente un lavoro. Nelle prime settimane ho portato curriculum nei più svariati posti, nella speranza che qualcuno mi desse la possibilità di fare formazione ed intraprendere velocemente un percorso lavorativo.
I miei genitori erano un pochino preoccupati, i mesi estivi trascorrevano ed io non prendevo una decisione. Un giorno mia mamma mi ha preso in disparte e mi ha chiesto se ero davvero sicura di non voler iscrivermi all’Università, visto che mi era sempre piaciuto molto studiare. Mi sono presa qualche giorno per riflettere e poi una sera a tavola ho annunciato che avrei provato a sostenere il test di ammissione di Medicina all’Università di Chieti.
Medicina mi sembrava la facoltà che meglio mi rappresentava: materie scientifiche calate però in un ambiente a totale contatto con l’uomo. Mi sono iscritta al test, ho scaricato il programma e studiato per qualche settimana ed i primi di Settembre ero tra i banchi del tridente di Chieti. Eravamo in tantissimi ed io mi sentivo molto un pesce fuor d’acqua perché gli altri mi sembravano super super preparatissimi. Qualche settimana dopo il risultato: ero stata ammessa. Credo di aver pianto per ore nel pomeriggio che l’ho saputo.
In qualche modo la mia vita aveva preso la sua strada…
… e perché questa specializzazione?
In realtà la mia prima idea sul percorso di studi da proseguire post – laurea era stata di diventare Pediatra, guidata dal mio amore per i bambini. Durante i miei anni di tirocinio per la tesi in Pediatria ho scoperto la mia passione per le indagini ecografiche, in particolar modo le dinamiche. La mia stessa tesi aveva come argomento lo studio eco – color – doppler dell’emodinamica renale. Ancora però non capivo come inquadrare bene questa mia inclinazione.
Nel corso delle settimane del tirocinio per l’esame di stato ho conosciuto la persona che è stata ed è il mio mentore in tutto il mio percorso successivo, lavorativo e personale, il Dr. Sigismondi, che involontariamente mi ha fatto conoscere ed appassionare alla Flebolinfologia. E così, finito l’esame di Stato, ho intrapreso questo cammino, di cui sono felicissima.
Se non avessi fatto il medico, mi sarebbe piaciuto diventare… e vi spiego perché
Su questa domanda non ho alcun dubbio. Se non avessi fatto il medico avrei fatto l’architetto e designer di interni. Io adoro sistemare e arredare case. Ogni volta che qualcuno a me vicino compra o ristruttura casa, io chiedo le piantine per giocarci un po’. Spostare muri, creare ambienti, decidere dove posizionare stanze, mobili, sanitari, lavanderie e quant’altro mi rilassa un sacco e mi piace tanto. Non saprei dire perché. L’ho sempre fatto fin da bambina. I miei genitori mi hanno sempre coinvolta nelle scelte di casa e a me non ha mai creato disagio, anzi! Girovagare nei mobilifici è sempre stato un diletto.
Il mio messaggio per chi desidera intraprendere questa carriera
A me piace molto essere un medico. E questo puoi solo sentirlo, dentro di te.
Dopo tanti anni, ancora adesso, quando la mattina arrivo in sala operatoria, sebbene sappia che mi aspetta una dura giornata, per qualche istante, quando è ancora vuota, mi siedo su uno sgabellino e assaporo il momento. Lo faccio sempre, da sempre. Mi sento a casa. Quasi più che a casa mia. Indipendentemente dal percorso di Specializzazione, come una volta mi ha detto una persona a me infinitamente cara che ora non c’è più, “è uno sporco lavoro”. Lo capisci veramente solo quando per la prima volta mentre sei in treno senti l’altoparlante chiedere se c’è un medico a bordo. Perché non si fa il medico, ma lo si è. Sempre. Ad un pranzo di famiglia, a cena con gli amici, al mare sotto l’ombrellone, durante una passeggiata in centro, mentre leggi in relax un libro sul divano. C’è sempre qualcuno che ha bisogno di chiederti qualcosa. Devi abituarti presto a questo. E devono farlo anche le persone care che ti sono più vicine. È però un lavoro splendido che assorbe tante energie ma che restituisce soddisfazioni immense. Il sorriso e la gratitudine delle persone a cui offri la tua professionalità sono impagabili.