L’ulcera degli arti inferiori rappresenta, da sola o in associazione, il 75% delle lesioni trofiche di questa parte del corpo. È inoltre una delle prime cause di morbilità in Europa e colpisce lo 0,5-1,5% della popolazione.
Di ulcere venose croniche delle estremità degli arti inferiori ne soffre il 3-5% delle persone con più di 60 anni, con una maggiore diffusione nelle donne. Nel 70-90% dei casi le cause si fanno risalire a insufficienza venosa e arteriosa e a malattie metaboliche, in particolare il diabete.
L’ulcera è una lesione cronica della pelle che non si cicatrizza prima di sei settimane e che ha un’altissima recidiva, si stima intorno al 30%.
Secondo gli ultimi dati dell'Associazione Italiana Ulcere Cutanee, in Italia sono 2 milioni le persone affette da lesioni croniche cutanee e soffre di ulcera da decubito l’8% delle persone ricoverate e il 15-17% dei pazienti ospitati nei luoghi di lungodegenza. Sono dati destinati ad aumentare perché la vita media si sta allungando e sono sempre di più le persone che hanno patologie croniche debilitanti, che costituiscono in alcuni casi fattori di rischio per la manifestazione di ulcere degli arti inferiori. L’ impatto economico sul Sistema Sanitario Nazionale è molto rilevante, perché le spese da sostenere a causa delle possibili recidive si protraggono nel tempo. È dunque una bella sfida per noi operatori cercare di ridurre l’impatto di questa patologia e studiare le alternative più utili per alleviare sofferenze e dare speranza ai pazienti.
Le cure a disposizione sono varie, e alcune permettono anche di ottenere risultati a breve termine, ma il percorso non è sempre semplice e lineare. Ogni caso va studiato con attenzione e coinvolgendo diversi Specialisti.
Una delle possibilità di trattamento tra le più valide ed efficaci è l’innesto di cute, che, se inserito all’interno di un piano terapeutico ben strutturato, permette di raggiungere ottimi risultati in poco tempo.
Ulcera degli arti inferiori: come si presenta
L’ulcera venosa si presenta di solito come una perdita di sostanza cutanea di forma irregolare, con il fondo ricoperto da un essudato giallastro, con margini ben definiti, circondata da cute eritematosa o iperpigmentata e liposclerotica. Varia per dimensione e sede, ma nei pazienti portatori di varici si manifestano generalmente nella regione mediale del terzo inferiore di gamba. Si caratterizza per la lunga durata e per la tendenza a recidivare. Le cause di un’ulcera degli arti inferiori sono collegate a problemi vascolari nel 95% dei casi. Sono molto più frequenti le ulcere venose rispetto a quelle arteriose e possono comparire anche in caso di piede diabetico, una delle manifestazioni più cruente, che porta in alcuni casi a gravi conseguenze, come l’amputazione.
Ulcere degli arti inferiori: la terapia
La terapia per l’ulcera degli arti inferiori ha come obiettivo non solo la guarigione, ma anche e soprattutto la prevenzione della recidiva e un miglioramento della qualità della vita. L’ulcera venosa provoca molto dolore e problemi alla mobilità, generando nel paziente un senso di frustrazione che aumenta se ci sono recidive e che spesso si trasforma in isolamento sociale, mancanza di autostima e problemi economici. Intervenire quindi in maniera incisiva sulla lesione e ristabilire un certo equilibrio psicofisico è indispensabile.
Prima di procedere con il trattamento, che può durare anche diversi mesi, è essenziale un’indagine specifica, da svolgere mediante visita specialistica per provare ad individuarne le cause, capirne la gravità e procedere con diverse operazioni, che vanno dal trattamento topico con medicazioni avanzate associato a trattamento compressivo, all’utilizzo di prodotti di ingegneria tissutale, fino all’innesto.
Trattamento dell’ulcera degli arti inferiori: gli innesti di cute
Gli innesti di cute per il trattamento dell’ulcera degli arti inferiori hanno la finalità di ripristinare l’integrità cutanea a livello della sede della lesione. L’intervento viene eseguito con un ricovero ordinario e prevede alcuni giorni di degenza. L’operazione ha una durata di circa 30 minuti e viene effettuata in anestesia locale assistita. Si svolge in due fasi principali: la prima consiste in una pulizia profonda del letto dell’ulcera, il debridement; la seconda invece prevede l’apposizione a strati di cute preparata in piccoli fogli che vengono stesi per coprire l’intera superficie.
Gli innesti di cute possono essere di cute omologa, che viene ordinata all’occorrenza per il paziente da trattare presso la banca della cute più vicina, o di cute autologa, che solitamente viene prelevata dalla coscia del paziente, trattata e preparata in sala operatoria.
Una volta completato l’intervento, sull’innesto vengono stratificate delle garze impregnate con antisettici ad ampio spettro, e viene confezionato un bendaggio multistrato.
I rischi del trattamento chirurgico sono bassi e risultano inferiori al rischio che si corre tenendo un’ulcera aperta per molto tempo.
In più, i trattamenti conservativi, alleviano sicuramente i sintomi e rallentano l’evoluzione della malattia, ma non proteggono sempre dalle complicanze alle quali può andare incontro il paziente. L’innesto di cute è quindi un intervento che riesce a dare risultati molto soddisfacenti sia per quanto riguarda i sintomi sia per quanto concerne l’evoluzione della malattia, scongiurando problemi risultanti da complicanze.
Il mio messaggio per voi
Il giorno del mio primo innesto di cute ero emozionatissima. Avevo al mio fianco tutor di eccellenza che mi hanno insegnato a procedere con cautela e nel migliore dei modi. Al termine dell’intervento ero super soddisfatta del lavoro eseguito… eppure non potevo immaginare quanto lo sarei stata alla prima medicazione e alle successive! Rivedere un paziente dopo soli pochi giorni finalmente sorridente, riposato e di nuovo fiducioso dopo aver vissuto con lui il dolore, la frustrazione e lo sconforto mi ha regalato una gioia immensa. Avere a disposizione la possibilità di utilizzare diverse strategie terapeutiche per lo stesso quadro clinico è una delle meraviglie della medicina.
Ogni giorno posso imparare cose nuove che mi permettono di essere più efficace nel mio lavoro e, nel mio piccolo, di poter aiutare al meglio chi ne ha la necessità.